Massimo Caso
Il lavoro di Massimo Caso, (Roma,1968), nasce dall’introspezione, artista autodidatta, ha sentito l’esigenza di far emergere le sue emozioni attraverso la pittura. Le sue tele ci pongono davanti ad un paradosso percettivo: possono apparire come dei muri feriti dal tempo, ed indurci a chiuderci in un immobile suggestione fatta di silenzio, isolamento e solitudine; oppure possono, all’esatto contrario, apparirci come paesaggi, ampi spazi aperti dove si possono riconoscere i mutevoli elementi della natura: cieli dominati da nuvole, luci, ombre e riflessi.
Opera
Acqua, omoforion
“Acqua Omoforion” in Oriente: veste delle diaconesse e delle vergini consacrate , in Occidente: Veste tipica della madre di Dio e delle sante donne , in Bracciano: e l’acqua che tocca ed abbraccia le sponde di Anguillara Bracciano Trevignano e Vicarello.
Acqua, confine tra vita e morte, è l’elemento primordiale e generativo; l’acqua costituisce la sostanza originaria sopra la quale si libra lo spirito divino. (Genesi 1,2) “Lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.” Nell’acqua, sorgente di vita, battezza Giovanni e prima della fine del tutto “mi mostrò il fiume dell’acqua e della vita” (Giovanni apocalisse) E’ l’acqua sorgente di vita, che ispira l’opera di Massimo Caso, la rappresenta con il colore del cielo, azzurro manto protettivo, è il colore della Dea madre e della glaucopide Atena, è il cielo di Giotto; quell’azzurro che si confonde con l’acqua del suo lago nel quale Massimo immerge il suo universo creativo.
A cura di
Francesco Rinaldi
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